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Pensioni, perché quota 100 dev’essere abolita

Pensioni, perché quota 100 dev’essere abolita

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Pensioni, perché quota 100 dev’essere abolita

CANTIERE PREVIDENZANata dall’obiettivo di superare la riforma Fornero, questa misura non è che un privilegio concesso a uno specifico segmento della classe lavoratricedi Andrea Capussela*Quota 100: arriva il restyling del governo giallorosso3′ di letturaIl nuovo governo mescola continuità e discontinuità, tanto nelle persone quanto nel programma. Era inevitabile, perché il pilastro della coalizione è il medesimo della precedente e non poteva scon fessare interamente il proprio operato o la propria dirigenza. Sicché guarderei piuttosto alla discontinuità con le prassi di governo che più hanno danneggiato l’Italia degli ultimi decenni. Necessaria al Paese, questa discontinuità sarebbe anche utile per i Cinque Stelle e il Pd.Solo scelte coraggiose possono risollevare questi due partiti. Scelte che segnino una rottura netta con le prassi precedenti, che spesso trascuravano l’interesse generale a vantaggio di quelli particolari.Sono tipicamente scelte che comportano un costo politico, perché le categorie colpite reagiranno: ma è proprio accettando apertamente questi costi che la scelta compiuta acquista credibilità, e dunque efficacia. Si dice, per esempio, che Hernán Cortés conquistò l’impero azteco con poche centinaia di uomini perché affondò le proprie navi: fu un costo temerario, perché escluse ogni ritirata, ma impose ai soldati l’alternativa tra la vittoria e la morte o la dispersione in terre ignote.Contrastare l’evasione fiscale è l’esempio ideale delle scelte di cui parlo.Vorrei discuterne uno meno ambizioso, che non è nel programma di governo ma che la coalizione sta tuttavia discutendo, secondo la stampa: abbandonare “Quota 100”. Nata dall’obiettivo di superare la riforma Fornero, questa misura non è che un privilegio concesso a uno specifico segmento della classe lavoratrice, già comparativamente favorito: «Un regalo ai baby boomer maschi», la definì una delle prime analisi. Perché potendo andare in pensione in anticipo e senza riduzione dell’assegno, i beneficiari riceveranno un trattamento di favore rispetto a lavoratori comparabili: un “regalo” che l’Inps stima in 20mila euro a testa, nella media.


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