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Riforma pensioni, Quota 100/ Anp-Cia “Governo intervenga su minime” (ultime notizie)

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Riforma pensioni, Quota 100/ Anp-Cia “Governo intervenga su minime” (ultime notizie)

ANP-CIA “GOVERNO INTERVENGA SU PENSIONI MINIME”
Non solo i sindacati, anche l’Associazione Nazionale Pensionati ribadisce la piena urgenza del Governo affinché intervenga subito sulle pensioni minime, sugli adeguamenti al costo della vita e in generale sulla rivisitazione della riforma pensioni. Secondo l’Anp-Cia «tra le voci nel programma del nuovo Governo, non un impegno concreto che faccia intravedere l’aumento delle pensioni minime e la tutela di quelle basse». La stessa associazione ha incontrato di recente in tutta Italia oltre 30 prefetti per illustrare criticità e proposte sul prossimo futuro della riforma pensioni: il nodo immediato resta il blocco delle indicizzazioni che impedisce l’effettivo adeguamento delle pensioni al costo della vita reale. Non solo, sempre per l’Anp-Cia «tema degli assegni minimi, non superato dalla cosiddetta pensione di cittadinanza, si aggiunge ancora quello di una sanità poco incisiva, di una mancata crescita economica con rischio recessione e isolamento internazionale». Positivo invece il riscontro sulla proposta del Governo giallorosso di adeguare le pensioni di garanzia per i giovani, «dichiarazione di responsabilità importante che tiene conto del futuro di queste generazioni, destinate, a cominciare dagli agricoltori, a pensioni da fame», spiega in una nota il Presidente nazionale Anp Alessandro Del Carlo. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI E GHISELLI
Al termine di una settimana in cui c’è stato l’incontro tra Governo e sindacati, Domenico Proietti e e Roberto Ghiselli hanno rilasciato alcune dichiarazioni interessanti a pensionipertutti.it in tema di riforma pensioni. Il Segretario confederale della Uil ritiene che l’esecutivo appaia “un po’ vago sulla necessità di continuare a cambiare la legge Fornero sulle pensioni. Noi abbiamo ribadito che occorre mantenere quota 100, prorogare l’Ape sociale e puntare ad una flessibilità intorno a 62 anni. Bisogna codificare che 41 anni di contribuzione bastano per andare in pensione a prescindere dall’età, prorogare opzione donna e ultimare la salvaguardia degli esodati. Va poi valorizzato ai fini previdenziali il lavoro di cura e la maternità delle donne e affrontare adesso il tema delle future pensioni dei giovani”.
LE RICHIESTE AL GOVERNO
Proietti vorrebbe anche che venissero “riaccesi i riflettori sulla previdenza complementare con un semestre di silenzio assenso”. Il Segretario confederale della Cgil invece non nasconde che quello della riforma pensioni sembra il punto più debole e meno chiaro del Governo. “Noi a Conte l’abbiamo già evidenziato e ci auguriamo che il confronto che ci sarà anche su questo tema nei prossimi giorni possa permettere di affrontare i temi posti dal sindacato sulla previdenza: flessibilità in uscita dopo 62 anni o 41 anni di contributi, riconoscimento dei lavori gravosi, di cura, esodati e, soprattutto, giovani”. Vedremo se queste richieste saranno accolte dall’esecutivo nelle prossime settimane.
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