Connect with us
img

Selected News

Perché il tour operator Thomas Cook è fallito

Perché il tour operator Thomas Cook è fallito

NOVITÀ COMMERCIALI

Perché il tour operator Thomas Cook è fallito

Perché lo storico tour operator Thomas Cook è fallito? La domanda, oltre alle centinaia di migliaia di turisti bloccati all’estero, se l’è posta il Guardian. La risposta immediata, scrive il quotidiano inglese, è che il colosso britannico non è stato in grado di restituire 200 milioni di sterline alle banche. Ma i guai dell’operatore turistico risalgono a tempo addietro, a una disastrosa fusione nel 2007 che ha portato a un aumento dei debiti, oltre alla rivoluzione digitale che non ha risparmiato il modo in cui si prenotano le vacanze.
LA SCIAGURATA FUSIONE CON MYTRAVEL
La fusione con MyTravel avrebbe dovuto creare un gigante europeo, promettendo un risparmio sui costi di 75 milioni di sterline all’anno. In realtà Thomas Cook si stava unendo a una società che aveva realizzato profitti solo una volta nei sei anni precedenti. A peggiorare le cose, la rivoluzione delle prenotazioni online, che hanno arricchito compagnie lo cost come Ryanair ed EasyJet, danneggiando le società che propongono pacchetti vacanze a prezzi elevati, gravate peraltro da una rete di punti vendita (oltre 500 quelli di Thomas Cook) capillare ma costosa. Anche il gruppo anglo-tedesco Tui, il più grande rivale di Thomas Cook, ha sofferto questa tendenza. Ma ha molti meno debiti, oltre a possedere tanti dei suoi hotel e navi da crociera.
IL RIDOTTO POTERE D’ACQUISTO DELLA STERLINA ALL’ESTERO
In misura minore, poi, pure il cambiamento climatico e la Brexit hanno avuto un impatto. Un’ondata di caldo in tutta Europa a maggio 2018 e l’incertezza sull’uscita del Regno Unito dalla Ue (che ha ridotto il potere d’acquisto della sterlina all’estero) hanno portato tanti cittadini britannici a posticipare le vacanze per godersi il bel tempo in patria. Thomas Cook è riuscita a tamponare la propria crisi con un’iniezione di contanti aggiuntiva. Che però ha fatto salire ulteriormente i debiti. Dal 2011 Thomas Cook ha pagato 1,2 miliardi di sterline di interessi, il che significa che oltre un quarto dei soldi che ha addebitato per le 11 milioni di vacanze che ha venduto ogni anno è andato nelle tasche dei finanziatori.
L’INGRESSO INUTILE DEI CINESI DI FOSUN
Inutile anche il tentato salvataggio da parte del gruppo cinese Fosun. Fosun ha acquistato la sua prima partecipazione in Thomas Cook nel 2015. Ad agosto Thomas Cook ha pubblicato i dettagli di una ristrutturazione pianificata, che includeva un’iniezione di liquidità da 450 milioni di sterline in cambio di una quota di maggioranza del gruppo, che ha anche richiesto alle banche di cancellare 1,7 miliardi di debito. Ed è stato quell’accordo ad andare in pezzi durante il fine settimana. Portando a una bancarotta annunciata da tempo.


Source link

Continue Reading
You may also like...
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

More in NOVITÀ COMMERCIALI

To Top
error: Content is protected !!