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Reddito di cittadinanza, inizia la seconda fase: arriva Patto per il Lavoro ma chi rifiuta perde il sussidio

Reddito di cittadinanza, inizia la seconda fase: arriva Patto per il Lavoro ma chi rifiuta perde il sussidio

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Reddito di cittadinanza, inizia la seconda fase: arriva Patto per il Lavoro ma chi rifiuta perde il sussidio

Buone notizie per i beneficiari del reddito di cittadinanza: la selezione dei navigator è stata completata e, ad esclusione della Campania, le regioni hanno firmato le intese per cui dal 2 settembre partiranno le convocazioni dei beneficiari per la ricerca di un lavoro.

I percettori saranno chiamati a firmare il Patto per il Lavoro e, se non accetteranno una delle tre offerte che verranno loro proposte nel corso dei prossimi mesi, rischiano di perdere il beneficio.

Si seguono tre principi: la coerenza tra l’offerta di lavoro e le competenze, la distanza dal domicilio, la durata dello stato di disoccupazione; quindi nei primi 12 mesi sarà congrua la prima offerta entro 100 chilometri di distanza dalla residenza o raggiungibile con un massimo di 100 minuti con i mezzi pubblici, la seconda entro i 250 chilometri e la terza sull’intero territorio italiano. Dopo 12 mesi anche per la prima offerta è congrua se si è entro i 250 chilometri.

Il patto per il lavoro non sarà obbligatori per alcuni nuclei familiari che si trovano in particolari situazioni di disagio, per questi sarà infatti possibile attivare il patto per l’inclusione sociale, coinvolgendo i servizi dei comuni competenti per il contrasto alla povertà.

Le convocazioni riguarderanno non solo l’intestatario del reddito, ma anche tutti i maggiorenni della famiglia non occupati o che non frequentano un regolare percorso di studi. Gli esclusi saranno invece i beneficiari delle pensioni di cittadinanza o gli over65, i disabili che però posso aderire volontariamente alla ricerca del lavoro e i componenti della famiglia con impegno di cura per bambini sotto i 3 anni o per persone non autosufficienti.

Non è tutto pronto per la piena operatività del reddito di cittadinanza, ad esempio manca il decreto che fissa le regole per la documentazione richiesta agli immigrati e nel mentre l’Inps non ha accettato le loro domande. Un altro problema si registra in Campania, regione che ha il maggior numero di famiglie coinvolte, oltre 170 mila, ma dove manca l’accordo per i 471 navigator assegnati alla regione in base al concorsone che li ha distribuiti in tutta Italia. Il governatore Vincenzo De Luca pertanto ha chiesto prima di stabilizzare i 600 dipendenti precari dell’Anpal.

Ci sarebbe il decreto su Ilva e rider, che contiene anche le norme per la proroga di 8.500 Lsu molti dei quali in Campania, ma pur essendo stato approvato dal consiglio dei Ministri con la formula salvo intese, è bloccato a causa della crisi di governo.




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